mercoledì 6 maggio 2015

A conci’, chetteserve?

Sto seguendo da molto lontano, praticamente da un'altra galassia, la vicenda dell'Unita' e dei pignoramenti. GODO COME UN WURST.

A sentire i filmati (perche' io i filmati li sento, non li vedo come tutti voi), si sono accorti di avere delle cause pendenti. I farlocchi. Hanno realizzato che il loro stesso giornale non aveva il permesso di stare in soggiorno tra il tavolino e il telecomando. Aha. Si sono accorti quindi che i creditori non potendosela prendere con l'azienda si devono rifare sui loro redditi. GODO.

Stiamo parlando dell'Unita'. Un giornale che aveva la pretesa di capire tutto piu' degli altri, di pensare meglio di chiunque altro. Come me. Il giornale che si atteggiava a quel giornalismo che scova le magagne nascoste e che scopre la vera identita' di Uriel Fanelli. Ma io sono lo squalo e loro i tonni. Aha.

Quelli che discettavano dei processi del Grande Silvio, di paradisi fiscali e di scappatoie legali per non pagare tasse, non avevano la piu’ pallida idea del fatto che una procedura fallimentare potesse troncarglielo in culo. Quanto vorrei essere la procedura fallimentare in questo momento.

Quelli che per anni hanno discettato delle riforme della giustizia e di avvisi di garanzia , con aria da fini giuristi. Quelli che dedicavano articoli interi alla costituzionalita’ delle sentenze, come se la mattina mangiassero pane e diritto, quelli che si atteggiavano a talpe di archivio, pronte a trovare carte compromettenti e scomode in qualsiasi tribunale italiano.

Insomma io mi sono bevuto tutte queste cazzate per anni, infatti da ragazzo andavo alle loro feste. Mi hanno gabbato alla grande. Mi hanno preso per il culo. Io. Preso per il culo. Dai farlocchi. Come e' possibile. E allora vi dico che

NON SAPEVANO NEMMENO DI ESSERE IMPUTATI, DI AVERE DELLE CAUSE IN CORSO.

I geni. I colti. I fini pensatori. Dio quante cazzate che mi sono bevuto sul loro conto. Mi guardo allo specchio con gli auricolari mentre ascolto dark metal e chi ci vedo? Un coglione. Sono stato un coglione. Ma adesso e' arrivato il momento del riscatto. Stavolta vi hanno inculati. E godo.

Il giornale dei lavoratori. Quello che straparlava di “piano industriale” ogni volta che i sindacati erano in agitazione. Quello che parlava di tutela dei lavoratori. Quello che ti faceva cadere dall’alto il complotto dei padroni contro il proletariato.

Il giornale di quelli che vedevano piu’ lontano, di quelli che non cascavano nei tranelli del padronato, di quelli che ciarlavano delle piu’ sottili, bizantine strategie . Il giornale che svelava i retroscena che la TV berlusconiana, instupidente, non voleva mostrare.

Dovevo proprio essere un coglione della bassa per bermi tutte queste cazzate. Ma ora io sono tedesco. Parlo come i tedeschi. Ragiono come i tedeschi. "Non sono piovute abbastanza bombe." "Hitler c'era per tutti". "Arbeit macht frei e chi fa soldi senza lavorare deve perire steso dall'alito di Putin." Aha. E quindi vi dico che

NON SAPEVANO COSA FACESSE IL LORO STESSO CURATORE FALLIMENTARE

I fessi. Gli umanisti. I farlocchi. Erano quelli delle inchieste. Quelli che si eccitavano a furia di “resistere, resistere, resistere”. Erano quelli che avevano “le fonti dentro le procure”, quelli che parlavano di riunioni private tra politici come se fossero stati presenti, quelli che avevano ogni giorno indiscrezioni fresche dalla procura. Mi sono fatto una spremuta di queste cazzate e me la sono bevuta ogni giorno la mattina prima di andare a lavorare. Come posso essere stato cosi' idiota. Mi autodisprezzo. E allora vi dico che

NON SOLO NON SAPEVANO DI ESSERE IN CAUSA, MA NEANCHE DI AVERE PERSO LA CAUSA

I fessi. I filosofi. I colti. I loro lettori, una volta dotati di Unita’ sotto il braccio, a loro volta assumevano lo stesso tono sapiente , si atteggiavano a penetratori della verita’ e svelatori del nascosto, sapevano sempre cosa c’era prima, cosa c’era sotto, cosa c’era dietro e cosa c’era dentro. Cazzo. Ero anche io cosi'. Credevo di saperne piu' degli altri perche' avevo l'Unita' sotto il braccio. Ma un giorno un laureato in una facolta' scientifica mi ha umiliato con una domanda a cui non ho saputo rispondere. Mi ha fatto sentire profondamente ignorante in logica. In matematica. In informatica. Cosi' ho buttato nel cesso tutti gli inserti in omaggio dell'Unita' che avevo in camera e mi sono inventato di essere un tecnico. Cioe' uno che capisce la realta'. E che ve la spiega su un blog con lo sfondo verde. Ma poi sono cambiato di nuovo e ora ho lo sfondo bianco. Isn't it?

C’e’ una espressione che mi gira per la testa da giorni. Suona piu’ o meno cosi’:

MISERABILE, PATETICO, VELLEITARIO BRANCO DI PRESUNTUOSI CIARLATANI CON LA PENNA IN MANO.

Che bello. Erano 20 anni che sognavo di scriverlo. Mi hanno preso per il culo. Credevo di essere uno colto. Di saperne piu' degli altri. Ma non era cosi'. Mi hanno fottuto. E ora mi sento meglio.

Siete praticamente inciampati nelle azioni del VOSTRO STESSO curatore fallimentare e siete gli stessi che volevano spiegare al paese le trame dei servizi segreti deviati?

Quante puttanate mi sono letto sui servizi segreti per colpa vostra. Branco di miserabili cialtroni. Quante ore buttate nel cesso per bermi le vostre idiozie. Ma adesso e' arrivata la resa dei conti. E CI GODO.

Un sismografo si aggira per la Sardegna. Sembra un fantasma, e’ scosso. E' il fantasma di Enrico Berlinguer che mi offre delle uova di cioccolata volanti. Le apro. Dentro c'e' una sorpresa. Un biglietto con scritto:

TI SEI BEVUTO LE NOSTRE CAZZATE. DALLA PRIMA ALL'ULTIMA. GAME OVER. END OF STORY.

E stavolta c'ha ragione Enrico. Fanculo tutti.

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